Roma, 2 giugno 2025

Nazionale

Donne, l’associazione delle imprenditrici: “Una totale mancanza di visione la loro esclusione dagli Stati generali dei commercialisti”

Giachetti, presidente di Aidda, e l’assenza di donne nel programma dell’evento del 10 giugno a Roma: “Come si può parlare di guida strategica per le sfide del Paese senza coinvolgere anche le voci femminili?”

“È un segnale allarmante vedere, nel 2025, un evento nazionale, promosso da una delle principali categorie professionali del Paese per parlare di temi strategici per il futuro dell’Italia, completamente privo di donne tra i relatori. Significa ignorare, deliberatamente, il contributo indispensabile delle donne nella costruzione della vita economica e sociale italiana e quindi rinunciare a immaginare e generare un futuro possibile”.

A dirlo è Antonella Giachetti, presidente di Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda), commentando il programma degli Stati generali dei commercialisti in calendario a Roma il prossimo 10 giugno, dove nessuna donna figura tra gli ospiti chiamati a intervenire sui temi chiave per affrontare sfide e generare trasformazioni anche grazie alle professioni.

“Ci chiediamo come si possa pensare di affrontare i cambiamenti strutturali del nostro sistema economico e sociale senza dare spazio anche allo sguardo, all’esperienza, alla competenza, ma soprattutto al sistema dei valori di cui le donne sono portatrici – prosegue Giachetti –. Purtroppo pensiamo che non sia una svista, ma la dimostrazione che la nostra società non ha ancora la consapevolezza che non si uscirà mai dai problemi di diseguaglianza, mancanza di prosperità e contrapposizione che portano inesorabilmente a creare un sistema conflittuale, se non si avrà la visione chiara della necessità del contributo della valorialità femminile alla costruzione di un nuovo sistema economico e sociale”.

“Non è una questione simbolica – conclude la presidente di Aidda –. È una questione sostanziale: chi organizza eventi di questo tipo ha una responsabilità pubblica nel costruire un dibattito pluralista, equo, rappresentativo della realtà. Le donne non sono un dettaglio da aggiungere in coda, ma una risorsa strategica e un nucleo di valori di cui c’è bisogno per riequilibrare un sistema economico in squilibrio per il presente e il futuro del Paese e delle professioni”.

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