Firenze, 24 novembre 2025

Nazionale

25 Novembre, le Donne Imprenditrici: “La violenza non inizia con un gesto estremo ma da atteggiamenti di ogni giorno”

La presidente di Aidda Giachetti: “Dipendenza economica, stereotipi e squilibri di potere alimentano il terreno della violenza: servono politiche strutturali, strumenti concreti e un cambiamento culturale profondo”

“Quando parliamo di violenza sulle donne non possiamo pensare solo alla prevaricazione fisica. La violenza nasce molto prima: nelle parole che sminuiscono, nella dipendenza economica, nelle relazioni controllanti, nella mancanza di ascolto e nella disparità di opportunità. È lì che bisogna intervenire.”

A dirlo è Antonella Giachetti, presidente di Aidda, l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

“La libertà non è solo un principio: ha bisogno di fondamenta solide. E tra queste – sottolinea Giachetti – c’è l’indipendenza economica. Troppe donne restano in relazioni violente perché non dispongono degli strumenti necessari per scegliere un’alternativa concreta.”

“E la prevenzione non può limitarsi all’emergenza: deve entrare nei luoghi di lavoro, nella scuola, nei media, nelle famiglie. Dobbiamo educare al rispetto, alla parità e alla responsabilità – continua la presidente di Aidda – perché è lì che si costruisce una società capace di proteggere.”

“Il 25 Novembre ci ricorda che la violenza non è un fenomeno inevitabile: è la risultante di molte dinamiche a cui non è stata data l’attenzione necessaria. La responsabilità di spezzare questo ciclo appartiene a tutti.”

“Nella nostra società – conclude Giachetti – assistiamo a un crescendo di contrapposizione, frustrazione e rabbia. Un clima che non favorisce dialogo, equilibrio e relazioni sane, e che si riflette in tutti gli ambiti della vita. Quando le relazioni sono basate sul possesso anziché sul rispetto, quando una donna viene percepita come ‘qualcosa da trattenere’ e non come una persona libera, allora il terreno della violenza si prepara molto prima del gesto estremo. Ed è su questo terreno che dobbiamo intervenire: con cultura, responsabilità e consapevolezza collettiva”.

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